martedì 24 luglio 2012

Cio' che ci aspetta



Nel 2040, quando si andrà in pensione a 68 anni e 11 mesi, l'aspettativa di vita media per gli uomini sarà di 88 anni mentre per le donne arriverà a 92 anni. Rispetto alla Relazione sullo stato di salute del paese relativa al biennio 2009-2010 l'incremento stimato per il 2040 è notevole, gli uomini guadagneranno poco più di 9 anni mentre le donne sfioreranno gli 8 anni. Secondo quanto emerso dallo studio "La mortalità dei percettori di rendita in Italia" presentato a Roma dal Consiglio nazionale e dall'Ordine nazionale degli Attuari, negli anni a venire la longevità di chi percepisce una rendita pensionistica resterà superiore alla media generale dell'intera popolazione. Per chi non lo sapesse l'attuario è un esperto con specifiche competenze nella valutazione dei rischi finanziari e assicurativi.


Nel 2011, quando si poteva ancora andare in pensione a 61 anni, l'aspettativa di vita media per gli uomini era di 78,8 anni mentre per le donne 84,1. Con il passare degli anni, anche se il periodo di pensionamento si sposterà in avanti, gli anni in cui si potrà beneficiare della pensione aumenteranno. Il sistema pensionistico non sarà però in crisi in quanto piano piano diminuiranno i pensionati che hanno beneficiato del retributivo e aumenteranno quelli del contributivo.

Dai dati Istat 2012 emerge che l'Italia è uno dei primi Paesi al mondo per longevità della popolazione e, stando ad alcune indagini, gli uomini italiani vivono meglio e più a lungo. Dal 1998 al 2001, le aspettative di vita degli uomini sono cresciute di 2,1 anni mentre le donne hanno guadagnato solo 1,6 anni.

Quando ci si avvicina alla pensione è importante pensare a cosa si farà dopo, il cervello andrebbe infatti tenuto in allenamento anche dopo che si finisce la vita lavorativa per evitare il declino cognitivo.

Ma perché l'aspettativa di vita aumenta? Una delle ragioni dell'allungamento della speranza di vita è nella maggiore efficacia delle cure nei confronti di malattie un tempo del tutto mortali. Se ad esempio si prendono in considerazione i tumori, la riduzione della mortalità per queste patologie è del 20 per cento negli uomini e del 10 per cento nelle donne.

Anche se le stime sulla mortalità sono buone c'è però da considerare un aspetto preoccupante. Secondo alcuni esperti le nuove generazioni potrebbero invertire il trend dell'aspettativa di vita e i bambini delle nuove generazioni potrebbero essere i primi a vivere meno dei genitori a causa dei rischi legati all'obesità. Oggi, in Italia, ben un bambino su tre è sovrappeso e uno su dieci è obeso, una percentuale molto più alta rispetto a quella dei genitori.

Aspettative di vita e inquinamento urbano


Vivere in una città inquinata può ridurre del 15 per cento le aspettative di vita. Un gruppo di ricercatori della Brigham Young University e della Harvard School of Public Health, analizzando il livello di inquinamento di 51 città statunitensi tra il 1980 e il 2000, ha quantificato quanti anni di vita si potrebbero guadagnare o perdere a seconda dei livelli di smog. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine (Gennaio 2009).

La durata della vita delle persone può essere influenzata da numerosi fattori, per eliminare possibili variabili non legate all'inquinamento i ricercatori hanno sfruttato dei modelli statistici avanzati. La ricerca si è concentrata in particolar modo su un elemento specifico dello smog, il PM 2.5, prodotto prevalentemente dal traffico automobilistico. Il PM 2.5 è il particolato più pericoloso per la salute e l'ambiente, questo particolato può rimanere sospeso nell'atmosfera per giorni o settimane. Le particelle maggiori (da 2,5 a 10 µm) rimangono in atmosfera da poche ore a pochi giorni, contribuiscono poco al numero di particelle in sospensione, ma molto al peso totale delle particelle in sospensione. Rispetto al PM 2.5, il PM 10 è significativamente meno dannose per la salute e l'ambiente.

Dall'analisi delle 51 città americane è emerso che al diminuire dei livelli di particolato aumentava la durata della vita media dei cittadini. Il legame tra inquinamento e aspettative di vita è stato più marcato in quelle città dove si è riusciti ad ottenere un abbassamento considerevole dello smog. Nelle metropoli di Pittsburgh e Buffalo, per esempio, dove i livelli di particolato per metro cubo sono diminuiti in maniera considerevole, si sono registrati gli incrementi maggiori. Rispetto al 1980, nel 2000 le persone vivevano mediamente 2.72 anni in più. Secondo alcune stime dei ricercatori, una riduzione di 10 microgrammi per metro cubo di particolato incrementerebbe le aspettative di vita di circa sette mesi.

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