Alessandro Spadotto, il carabiniere italiano addetto alla sicurezza dell'Ambasciata italiana sequestrato il 29 luglio a Sanaa, nello Yemen, è stato liberato.
Lo ha riferito il presidente dell'associazione italo-yemenita, Arhab Al Shari, secondo cui Spadotto «sta bene» ed è stato consegnato al sindaco di Marib, regione petrolifera ad est della capitale Sanaa. Anche fonti qualificate italiane hanno confermato la notizia. Nelle ore precedenti la svolta positiva, si erano moltiplicate le voci riguardanti l'imminente liberazione. Il 2 agosto Spadotto, 29 anni, aveva fatto sapere alla fidanzata di stare bene ma anche di essere stato maltrattato durante il sequestro. Il carabiniere era stato rapito da uomini di Ali Nasser Huraikdan, capo della tribù al-Jalal, che risiede nella provincia orientale di Maar. Nelle prossime ore sono previsti il suo trasferimento a Sanaa e la sua consegna all'ambasciatore italiano.
«Grandissima soddisfazione per la rapida soluzione del caso, resa possibile grazie alla straordinaria collaborazione fornita dalle autorità di Sanaa» è stata espressa dal ministro degli Esteri Giulio Terzi in una nota in cui la Farnesina conferma la liberazione di Spadotto.
«Si tratta di un successo che è ancora una volta il risultato del lavoro tenace e della grande professionalità dei funzionari dell'Unità di Crisi e di tutte le strutture dello Stato coinvolte».
Il padre : «Sono felicissimo». Augusto Spadotto, il padre di Alessandro, si è detto felicissimo per l'esito positivo della vicenda: «È tutto vero, me lo ha confermato la Farnesina, siamo felicissimi e se mi taglio le vene non viene nemmeno fuori sangue dall'emozione», sono state le sue prime parole.
«Non l'abbiamo ancora sentito ma ci hanno detto che sta bene, che è tutto a posto. Grazie a tutti: alle istituzioni, al Paese, all'Arma, ad amici e parenti che ci sono stati vicini. Adesso lasciate libero il cellulare, devo sentire Alessandro». T.i.
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